Due o tre cose sull’Etiopia che non sapevo

Abituati alla prospettiva di Mercatore, quando pensiamo all’Africa cadiamo nell’inganno delle distanze. L’Etiopia, per dire, è grande quanto Francia e Spagna messe assieme. Non ha né autostrade né treni passeggeri e dispone solo di qualche aeroporto a cui hanno accesso turisti e facoltosi habesha. I cento milioni di persone che ci vivono sono divisi in un’ottantina di lingue e culture, oltre ad un’infinita varietà di pigmentazioni, modi di vestire e tratti somatici. Tra cui, parere personale, quelli di alcune tra le donne più belle del pianeta.
Il loro calendario segnala che oggi è l’8 gennaio 2010 e i loro orologi dividono il giorno nelle 12 ore di sole e le 12 di tenebra. Tra di loro si salutano pronunciando l’universale Salam, moschee e chiese convivono nelle stesse città ma l’Etiopia rimane soprattutto la più grande nazione cristiana dell’Africa. Al punto che molte donne, soprattutto nelle campagne, si tatuano croci sul volto, in fronte, sulla tempia o lungo la mandibola, come le copte egiziane. Nella loro storia c’è Ras Tafari, quello venerato dalla religione rasta, passato alla storia come Hailè Selassié, l’ultimo imperatore etiope, morto nel 1975. Prima di lui solo regni, un paio di imperi e la colonizzazione italiana. Dopo di lui – tutt’altro che uno stinco di santo – una feroce dittatura filo sovietica. E infine, per non farsi mancare niente, negli ultimi 20 anni un regime monopartitico guidato da una minoranza rapace e accumulatrice. Sarà per questo che quando parlano sospirano spesso, una specie di sordo singhiozzo.
Nel World Democracy Index l’Etiopia è 125esima, ben due posizioni sopra a Cuba. A differenza della quale, secondo le prospettive della Banca mondiale, quest’anno crescerà all’8%, un tasso maggiore rispetto a quello di un suo fondamentale partner commerciale, la Cina. Che qui è vista benissimo dal governo, malissimo dalla popolazione – secondo un ristoratore di Gonder, “si prendono le nostre risorse e ci lasciano la merda”. Un pacchetto di sigarette, un litro di benzina o una birra in bottiglia al bar costano € 0,60. Con 13€ si fanno 700km in corriera, mentre per una Toyota Yaris del 2001, usata, ne servono 7-8mila. Stipendio medio lordo: 250€. Ma sovrabbondanza di sorrisi gratuiti