Di elfi, mostri e una natura incomprensibile

Alcuni riportano che fu addirittura l’allora presidente dell’Islanda a consegnare la chiavetta usb al re degli elfi. Altri sostengono invece che non ci fu bisogno del suo intervento. Il punto è che la storia è vera ed è accaduta nel 2010 a pochi chilometri dalla capitale Reikjavik, durante i lavori di ampliamento della famosa Blue Lagoon. Tutto inizia quando di fronte a un particolare muro di lava i macchinari degli operai cessano di funzionare. Una medium convocata per l’occasione rivela che gli elfi dietro a quella parete si erano (giustamente) risentiti. Il loro re avrebbe quindi preteso di visionare il progetto ingegneristico e di riceverlo in una chiavetta usb, da lasciare in una fessura della parete. Risulta che al responsabile dei lavori non siano venuti dubbi sulla credibilità della medium (noialtri, su questi due, avremmo come minimo pensato a un concorso in reato) ed esegue quanto richiesto. Solo dopo una settimana, ottenuto l’avvallo del re tramite la solita medium (su cui nessuno pare aver indagato), i lavori riprendono nella soddisfazione generale.

E non è l’unica: cinque anni più tardi, quando per la costruzione dell’autostrada si rese necessario eliminare una grossa pietra, alcuni contestatori bloccarono i lavori sostenendo che si trattava di un santuario elfico. Intervenne addirittura la Corte Costituzionale, la pietra non venne distrutta e si trovó un accordo per spostarla di poco. Che in questo contesto una banda di banchieri e bancari abbia potuto convincere tutti i risparmiatori islandesi a mettere i loro soldi in conti correnti dagli interessi stellari e infine a far saltare in aria il sistema bancario del Paese, come dire, non stupisce. Però due domande in più le ho volute fare.

A Bildudalur, 200 abitanti sui fiordi occidentali, qualche insenatura più a Ovest dal luogo di nascita del compianto Jon Sigurdsson (il padre della nazione), ho discusso di questi fatti col responsabile del Museo dei mostri marini, un ragazzone di 27 anni con la prima stempiatura.

Bilduladur, così come mi è apparso quel giorno. Il museo dei mostri è nello stabilimento dai tetti grigi, sulla sinistra

Nella mia ingenuità ero convinto di parlare con qualcuno che avesse idea di cosa fossero davvero Scilla e Cariddi. Mi sono invece ritrovato ad ascoltare un elenco degli ultimi avvistamenti dei mostri nell’Arnafjordur, incluso quello che avrebbe filmato suo nonno 50 anni fa. Mi ha addirittura mostrato sul cellulare la foto che lui stesso ha scattato la scorsa estate a un grande sasso dalle fattezze umane, spiegando che quello, molto probabilmente, è un elfo che si è pietrificato chissà quanti anni addietro. Mi sono fatto serio e ho chiesto se lui ci credesse DAVVERO:

“Qui in paese abita un bambino che non ci crede per nulla. Io ogni tanto passo del tempo sulla collina in attesa di vedere se spunta il mostro filmato da mio nonno. Immagino faccia parte del gioco di vivere qui, in mezzo a tutta questa natura e con tutto questo tempo.”

Ps: Aaron (il nome del ragazzo), ha vissuto a lungo a Reykjavik e tra qualche mese inizierà dei corsi universitari a Londra. Secondo un sondaggio citato dall’Icelandic Times, nel 2015 il 78% degli islandesi dichiarava di credere negli elfi, nei troll e nelle fate.

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