Fiori di pesco, mazzette e anfetamine

Hanno persino attaccato dei finti fiori di pesco a un finto tronco d’albero. Così che il turista, quando scatta la foto della piazza centrale del paese, avrà sempre l’impressione di un’eterna primavera. Quei fiori sono il simbolo della sceneggiata messa in piedi a Yangshuo, affollato centro turistico nel Nord Est del Guanxi. E Yangshuo è l’emblema di come un semplice villaggio di contadini e pescatori possa trasformarsi nel giro di pochi anni in una piccola Lloret de Mar.

Tra una passeggiata e l’altra, affogato nella folla cinese in salsa riminese, mi fermo a parlare con un cuoco tedesco intento a servire bratwurst e HB. Di quelle salsicce, dice in un ottimo italiano, fino a 5 anni fa ne vendeva 14mila al giorno. Oggi è sceso a 4mila, non abbastanza per considerarlo redditizio. Anche perché qui – prosegue spremendo il contenitore della senape – per fare business non basta pagare le tasse. C’è anche la Maffia (sic), ovvero la polizia che puntualmente si presenta per il pizzo. Se non pagasse – assicura servendo un currywurst – se ne ritroverebbe una decina in uniforme seduti in mezzo al locale per ore, al posto del pubblico.

Un pubblico sempre più esigente anche in fatto di divertimenti: tra le discoteche e i pub, non è difficile essere invitati a un “young sexy massage” in uno delle decine di centri per massaggi plantari. O incrociare l’offerta di anfetamine, di cui, secondo il nostro cuoco tedesco, a ben guardare si troverebbero bustine vuote nelle calli attorno alla movida. Io quelle non le ho viste. Tutto il resto sì. Tranne, ovviamente, i contadini e i pescatori che ero venuto a cercare.

Ps: si stima che la tratta delle schiave del sesso in Cina coinvolga tra i 20 e i 30 milioni di donne. Un mercato che segue l’esplosione del turismo interno e internazionale, incapace di rinunciare alla prostituzione.

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