Il misticismo del Natale copto e gli altopiani dei monti Simien. Eppure questo è stato un viaggio diverso, fatto di fatica fisica, infatuazioni e contrasti spaventosi. Nella terra in cui io, italiano, vengo ancora percepito come un discendente dei colonizzatori
È un gesto lento e sornione, difficile da vedere se non si sa cosa cercare. Mi sono fermato a parlare con loro per qualche ora, incuriosito da quel movimento della mano, il preciso istante in cui quei bambini aprivano un varco nella giacca logora e ci affondavano la faccia, come a riparasi dal sole. Vedevo i loro occhi riemergere vuoti, lo sguardo evaporato assieme alle esalazioni della colla. Sniffavano mastiche, colla industriale. Per non sentire fame, freddo, dolore, vita. Avevano le stesse facce infantili dei sacoleros incontrati davanti alla cattedrale di Medellin, lo stesso portamento, l’identica condizione di reflusso della disperazione.